Venezia. A ruba l’amuchina fai da te delle detenute della Giudecca

Di Nicola Munaro per Il Gazzettino, 10 marzo 2020

La lavanderia per gli alberghi non lavora, così la produzione si sposta su un altro prodotto. Resilienza: la capacità di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. È il termine che meglio veste l’idea di una detenzione ai fini rieducativi.

Ma oggi – ai tempi di un virus capace di far tremare i polsi a tutto il mondo – è anche sapersi reinventare. Farlo, poi, stretti tra le mura di un carcere e realizzando un servizio utile alla comunità, è ancora più significativo e difficile. Quindi meritorio.

È questo il percorso intrapreso da un gruppo di detenute del carcere della Giudecca che nel laboratorio di cosmesi gestito dalla cooperativa Rio Terà dei Pensieri, ha prodotto il disinfettante chimico per le mani. Flaconcini da 50 millilitri venduti a 2,50 euro nel negozio Malefatte Veneziane in fondamenta dei Frari.

Di circa duecento boccette, ne sono state vendute la gran parte e quelle che restano sono preziose come l’oro, adesso. Ma messe in commercio sempre senza far lucro o la cresta sul prezzo.

“I principali clienti del nostro laboratorio di cosmetica sono le catene alberghiere che ci chiedono di realizzare i kit di saponi per le docce e i bagni – spiega Liri Longo, presidente della cooperativa, raccontando la genesi dell’iniziativa – Con le chiusure dovute al coronavirus quei kit non ci sono stati più richiesti e così abbiamo ripreso a produrre il gel igienizzante per le mani, già prodotto tempo fa e poi abbandonato come idea. Non si tratta di prodotti fai da te come si possono realizzare in casa con dei tutorial, ma di veri disinfettanti bilanciati da un punto di vista chimico. A stabilire le dosi è il chimico che segue il nostro gruppo di cosmetica”.

Dal laboratorio della Giudecca in queste settimane sono usciti circa duecento flaconcini messi in vendita mentre almeno altrettanti sono stati destinati alle due carceri veneziane (lo stesso penitenziario della Giudecca e la casa circondariale maschile di Santa Maria Maggiore) ad altre carceri d’Italia – Trieste, ad esempio – o agli uffici delle esecuzioni penali.

C’è però un rischio, non da poco. Che il gel tanto cercato e ancora in vendita di fronte ai Frari possa esaurirsi nella sua produzione. “Il materiale che avevamo e con il quale finora abbiamo realizzato i flaconcini, sta esaurendo – ammette Liri Longo – Sono stati fatti degli ordini di nuovi prodotti, ma le consegne non sono facili e le richieste sono tante. Speriamo di poter continuare ed essere utili ancora a Venezia”.

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