Anche quest’anno l’Associazione “Per Ricominciare” ha messo il massimo impegno affinché la gioia e la magia del Natale giungessero nell’Istituto Penitenziario di Parma. Giornate di festa e condivisione, in cui ogni persona detenuta ha potuto vivere dei momenti di normalità insieme alla propria famiglia. Momenti che toccano non solo le persone coinvolte direttamente dall’esperienza della detenzione, ma anche chi entra in contratto con tale realtà come operatore o volontario. Di seguito riportiamo alcuni pensieri di chi ogni giorno, per motivi di studio, lavoro o volontariato, si confronta con la realtà del carcere, ma anche con la genitorialità ed i legami affettivi.
“Quando si tratta di situazioni così delicate spesso la realtà supera le aspettative. Per quanto riguarda la mia esperienza, ciò che mi colpisce è la delicatezza, la gentilezza, la fiducia e il senso di riconoscimento che traspare dagli atteggiamenti dei detenuti e del nucleo familiare nei confronti di chi ha permesso loro uno spiraglio di familiarità e normalità. Per molti, un buffet, stare al tavolo con i proprio familiari, giocare con i propri bambini, in mezzo ai mille impegni e alle mille responsabilità, risulta quasi banale e scontato . Leggere gratitudine negli occhi di coloro che non hanno la possibilità di vivere tutto questo quotidianamente, per me rappresenta un insegnamento che porterò dentro e che consiglio e auguro a chiunque. (Giusy)
“Le feste sono esplosione di emozioni. Papà e bambini giocano insieme come se fossero a casa propria, dopo una giornata di lavoro. É impossibile non notare la felicità negli occhi delle persone. Organizzare le feste ti fa sentire un po’ più uomo, un po’ più vero, perché é come restituire un momento di quotidianità alla famiglia, un momento che non vivono da mesi, o forse anni. Sono attimi magici ed emozionanti che sono resi possibili grazie alla sinergia tra tutti gli operatori del laboratorio, i volontari e gli agenti della polizia penitenziaria.”(Giada)
“La prima volta ricordo di aver provato un’emozione fortissima nel vedere entrare i piccoli correndo tra le braccia di padri, nonni, zii.
Quasi ho provato imbarazzo nel trovarmi lì, in una situazione così intima per loro, quasi mi sentivo di troppo, non potevo fare a meno che osservare le loro espressioni, cercare di immaginare le loro storie… E’ stato molto importante il contesto in cui mi sono ritrovata, un’esperienza tutta nuova e diversa rispetto alle altre. C’è un aspetto che più degli altri mi ha colpita : ad ogni festa a cui ho partecipato mi sono dimenticata di essere in carcere, ho dimenticato di avere davanti a me detenuti, agenti, vedevo solo amore, gioia e felicità di famiglie che avevano solo per poche ore la possibilità di essere uniti , come a casa.
Apprezzo l’associazione “Per Ricominciare” in particolar modo per questa iniziativa, penso che sia giusto dare la possibilità a queste persone, che stanno pagando per i loro errori, di mantenere un contatto vivo con i loro familiari e soprattutto con i più piccoli.
(Camilla)
” Personalmente non avrei mai pensato di assistere a momenti così intensi tanto da poter realizzare in prima persona quella sensazione di allegria/tristezza/malinconia, prima, durante e al termine delle feste, negli sguardi e negli abbracci. Queste realtà sono dure e incolmabili, a volte, altre volte sono più morbide e gestibili; ma l’emozione che ti porti a casa è di certo unica.” (Vittoria)
“Durante le Feste del Natale, ma come in tutte le giornate trascorse nel Laboratorio “Il Gioco”, gli aspetti educativi e psicologici che emergono sono tanti e tutti di grande rilievo. L’Associazione “Per Ricominciare” si impegna costantemente affinché venga fornito un adeguato supporto, sia pratico che emotivo, alle relazioni familiari ed al rapporto genitore-figli. Quello che ho compreso dalla mia esperienza è che tutti questi sforzi e questo impegno tendono a generare una forza, un movimento che piano piano coinvolge tutti, le persone detenute, gli operatori, i volontari, gli agenti penitenziari. Un movimento che spinge in avanti, affinché tutti possano godere di quei diritti che sono alla base della dignità umana, come quello alla genitorialità. Un movimento che genera contatto umano, incontro e relazione….anche questo è il Natale in carcere.” (Valentina)